In piena notte parte l'operazione, i finanzieri entrano nell'abitazione del sospettato e procedono all'arresto, praticamente senza incontrare resistenza alcuna.
Durante formulazione delle accuse, tra cui spaccio internazionale di sostanze stupefacenti, c'è l'unica reazione dell'arrestato: incredulo dice "Internazionale a me?"
Questo provincialismo che sembra non abbandonare l'italiano medio, nemmeno in tempi di "globalizzazione", è stato perfettamente descritto dal mai troppo compianto Beppe Viola diversi anni fa, forse più di 25, che però sembrano un secolo intero.
In uno dei suoi racconti, un personaggio ricostruisce una rissa che lo ha visto direttamente protagonista:
Sono qui [...] quando entrano tre americani, sai quelli che vengono a Milano per la Fiera del settore. Sono un po' bevuti e ridono per niente, per spararti in faccia i loro dollari di merda! [...]"Beppe Viola, Quelli che..." edizioni Baldini & Castoldi
A un cero punto, vedo che mi filano e si mettono a ridere dopo che uno di loro, indicandomi col ditone, dice qualcosa che non capisco. A me parte l'elicottero nella parte bassa del pantalone e mi vien subito voglia di saltargli addosso. Il Manina però è svelto e mi trascina via. [...]
Uno dei tre si avvicina e mi dice, non hai idea di cosa mi dice... Wonderful. Va bene? Wonderful a me? Pensa un po' se uno deve venire per forza dall'America per dirmi una cosa del genere!
Ohè, non ci vedo più. Scatto come fosse un mille metri in pista dritta e gli tiro un cartone sul muso che quasi ci rimetto io. L'americano fa un volo che pare Italo Balbo. [...]
D'altra parte non so se mi spiego, non si può mica andare in giro a prendersi del wonderful dal primo pirla che ti viene vicino...
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